Considerata la prima scuola privata di pittura dell’età moderna, l’Accademia degli Incamminati fu fondata nel 1584 a Bologna dal pittore Ludovico Carracci, insieme ai suoi cugini Agostino e Annibale.
Siamo nel periodo di fine Cinquecento, un momento storico “crepuscolare” tra gli splendori del Rinascimentol Rinascimento si sviluppò in Italia... Leggi e quelli del Barocco, in cui emerse il Manierismo, uno stile raffinato e stravagante perseguito da artisti – secondo quanto riportato da Giorgio Vasari – irrequieti, introversi, insofferenti. Specialmente durante il Rinascimentol Rinascimento si sviluppò in Italia... Leggi la produzione artistica (e la conseguente fama) era sempre stata legata alle personalità di singole, al genio individuale geloso della propria arte. Per questa ragione l’esperienza dell’Accademia degli Incamminati dei Carracci assume il valore di una grande novità nel panorama dell’arte italiana ed europea del tempo, nonché nella storia dell’arte occidentale.
L’Accademia degli Incamminati
La scuola dei Carracci ebbe nomi curiosi quanto evocativi: Inizialmente fu Accademia del Naturale per l’inclinazione artistica improntata sulla riproduzione dal vero, in netto contrasto con le esagerazioni formali dello stile manierista; poi Accademia dei Desiderosi, “…per lo desiderio ch’era in tutti d’imparare”; infine, passò alla storia come Accademia degli Incamminati, al fine di sottolineare la il processo evolutivo della maturazione artistica, primo impegno di ogni allievo.
La formazione proposta dalla scuola era improntata sulla transdisciplinarietà e la contaminazione (un approccio didattico decisamente moderno) unendo la tradizione classica di Raffaello e Michelangelo, l’uso del colore della scuola veneta e l’esperienza del Correggio e di altri pittori emiliani e lombardi del periodo. I tre Carracci tenevano particolarmente alla maturazione culturale in toto, cosicché oltre al disegno, in accademia si studiava filosofia, matematica, geometria e anatomia, per una preparazione completa sia dal punto di vista pratico sia quello teorico. L’accademia degli Incamminati rimase aperta al 1602, ma la sua esperienza farà da modello per tutte le altre scuole e accademie che fioriranno in Italia nel secolo successivo.
La storia dei Carracci
Ai tempi dell’Accademia degli Incamminati Ludovico, Annibale e Agostino Carracci erano giovani e talentuosi pittori bolognesi dalla formazione eclettica che nel corso del tempo elaborarono uno stile personale.
Ludovico Carracci (1555-1619)
Uno dei maggiori esponenti della pittura della Controriforma, Ludovico Carracci esprime il sentimento del tutto umano e intimo della devozione popolare, con opere che si attengono allo stile barocco con una forte notazione naturalistica. Molto originali sono le sue scelte iconografiche e le messe in scena drammatiche. Tra i suoi quadri più importanti: Madonna con il Bambino, i Santi Francesco e Giuseppe e i committenti (1591) e San Sebastiano gettato nella Cloaca Massima (1612).
Agostino Carracci (1557-1602)
Fratello di Annibale, Agostino insegnava anatomia e prospettiva all’interno dell’Accademia. Oltre che nella pittura, Agostino eccelse nell’arte incisoria, tanto che, quando si trasferì a Venezia, divenne “incisore ufficiale” di Paolo Veronese ed entrò in stretti rapporti con Tintoretto. Il suo dipinto più celebre è la Comunione di San Girolamo che ritrae il santo in punto di morte.
Annibale Carracci (1560-1609)
La personalità più brillante del gruppo, Annibale Carracci: un importante artista, innovatore e anticipatore, che mai come altri italiani fino ad allora seppe dar vigore ed espressività a scene di vita quotidiana con soggetti umili e ordinari, come ne La bottega del Macellaio (1583) o ne Il Mangiafagiuoli (1584). L’artista, influenzato dalla eredità rinascimentale, sviluppa una pittura eloquente e di saldo impianto compositivo, in cui l’aulico si innesta felicemente al dato naturale. Nel 1594, venne chiamato a Roma da Odoardo Farnese, per affrescare il soffitto a volta della Galleria Farnese, eseguita col fratello Agostino e considerata il capolavoro del Carracci. Essa costituisce la più perfetta conclusione di un secolo e mezzo di innovazioni pittoriche in Europa e al contempo, anticipa la grande stagione del Barocco.