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Utilizzo del fotoritocco digitale nella stampa d’arte

Utilizzo del fotoritocco nella stampa d'arte

La manipolazione delle immagini può essere realizzata in un gran numero di modi e per una vasta gamma di scopi, come il fotoritocco digitale che verrà illustrato in questo articolo. Questo processo può essere applicato a immagini analogiche (film, diapositive), digitali e riflesse (stampe) e il risultato di questo processo può essere successivamente stampato e conservato. 

Il fotoritocco è la modifica di una fotografia, sia essa analogica o digitale, al fine di renderla esteticamente migliore attraverso la correzione dei colori, la modifica del soggetto, l’eliminazione o l’aggiunta di particolari al suo interno e la creazione di effetti speciali. 

Il fotoritocco prima di Photoshop

Oggi, tutti usiamo, o perlomeno conosciamo, Photoshop o Lightroom per migliorare quasi ogni immagine. Ma come si faceva prima per modificare le foto? La storia del fotoritocco ha cominciato a svilupparsi gradualmente dall’avvento delle prime macchine fotografiche. Tuttavia, questo processo era abbastanza complicato, richiedeva molto tempo e alti costi finanziari. Solo i fotografi più ricchi potevano permettersi di cambiare leggermente le loro immagini. Tuttavia, le attrezzature fotografiche si stavano sviluppando, e apparvero nuove tecnologie di editing, che divennero disponibili per più persone.

 

Il primo fotoritocco della storia

Nel 1841, William Henry Fox Talbot brevettò il calotipo, il primo processo fotografico pratico che creava un negativo in grado di generare copie multiple. Solo cinque anni dopo, nel 1846, il primo famoso esempio di manipolazione fotografica fu documentato dal collega di Talbot, Calvert Richard Jones.

 

Jones scattò una fotografia di cinque monaci cappuccini sul tetto di un edificio a Malta, ma mentre quattro dei monaci erano riuniti in un gruppo, il quinto era posizionato qualche metro dietro di loro. A Jones non piacque il modo in cui questo quinto monaco distruggeva l’integrità della scena e dipinse sopra la figura sul negativo usando inchiostro di china. In una stampa positiva, il posto dove stava il quinto monaco cominciò a sembrare una macchia bianca di cielo.

 

Nei 30 anni successivi, nel 1878, fu inventato il processo di collodio su lastra umida, seguito dai processi fotografici gelatina-argento (a secco). Entrambi questi processi utilizzavano all’inizio dei negativi in vetro, che si prestavano bene al ritocco manuale dell’immagine. I negativi della pellicola flessibile divennero popolari dopo il 1913 e furono anch’essi ritoccati con gli stessi metodi.

 

Il fotoritocco digitale 

Dagli anni ’90 in poi il fotoritocco digitale è diventato qualcosa di sempre più sdoganato e “alla portata di tutti” e può essere di diverso tipo: 

Restauro digitale:

Copre gli aspetti del recupero, il più vicino possibile, dell’aspetto e della sensazione originale di una particolare immagine; comporta l’uso di software professionale e di attrezzature da studio da parte di un artista dedicato, che combina tecnica e abilità al fine di ottenere i migliori risultati possibili. Trattandosi di un compito che richiede tempo, eseguito da un artista esperto, il processo di restauro di un’immagine varia in modo notevole, a seconda delle aspettative di risultato dei nostri clienti e del budget del progetto.

 

Ritocco digitale:

Questo processo ha lo scopo di ottenere un’immagine più gradevole dal punto di vista estetico, migliora le qualità dell’immagine creando un particolare effetto estetico. La maggior parte delle volte il ritocco viene applicato ai ritratti per ottenere un look alla moda o per rimuovere alcune imperfezioni. 

 

Alterazione di immagini digitali:

Viene utilizzato allo scopo di rimuovere o aggiungere alla vostra immagine, persone, oggetti o altri elementi in modo da creare una nuova immagine, di solito questo processo richiede la fusione di 2 o più immagini simili in una nuova. 

Il fotoritocco digitale non è solamente uno strumento di ”correzione”, ma viene sfruttato anche dagli artisti visuali contemporanei come tecnica per produrre opere d’arte, in cui fondamentale diviene il momento della stampa. Il fotoritocco digitale infatti può intervenire anche nella stampa, proprio come nei primi del Novecento. 

 

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