Artista poliedrico nel vero senso del termine, Gian Lorenzo Bernini fu scultore, urbanista, architetto, pittore, scenografo e commediografo, ed è a ragione considerato il più grande maestro della cultura figurativa barocca.
In questo articolo ci concentreremo su Gian Lorenzo Bernini scultore, urbanista ed architetto:
ripercorrendo brevemente la sua vita arriveremo poi a parlare di quelle opere che più di tutte hanno arricchito il patrimonio culturale del nostro Paese.
Ma il nostro invito è ovviamente quello di approfondire l’artista anche attraverso altre fonti, ad esempio grazie al lavoro dello storico Vittorio CasaleVittorio Casale è un professore ordinar... Leggi, storico dell’arte e professore italiano a cui si deve la scoperta di due busti del Bernini nel Duomo di Foligno, che nel libro Gian Lorenzo Bernini: Regista del Barocco guida attraverso i ritratti dell’artista per scoprire le sue eccellenti capacità pittoriche.
La vita di Gian Lorenzo Bernini
Figlio di Angelica Galante e Pietro Bernini (anche egli scultore), Gian Lorenzo Bernini nasce a Napoli nel 1598 e impara l’arte scultorea nella città partenopea dove il padre ha lavorato fino al 1606, anno in cui la famiglia si trasferisce a Roma dopo che Pietro venne ingaggiato da papa Paolo V.
A soli 20 anni Gian Lorenzo Bernini riesce a farsi notare dal cardinale Scipione Borghese, nipote di Paolo V e grande collezionista d’arte, che gli commissiona la realizzazione di Enea e Anchise, la prima statua “borghesiana” (successivamente realizzerà per la famiglia Borghese anche altre statue come il Ratto di Proserpina e l’Apollo e Dafne).
Quando Urbano VIII diventa pontefice nel 1623, Bernini diventa a soli 25 anni il responsabile della realizzazione delle fontane di Piazza Navona e del Baldacchino di San Pietro. La vicinanza con le alte cariche ecclesiastiche aveva ormai segnato l’ascesa dell’artista, vista la possibilità di realizzare opere ambiziose nei luoghi sacri della capitale.
Negli anni riesce così a farsi nominare Sovrintendente della Fabbrica di San Pietro e Principe dell’Accademia di San Luca, realizzando la Fontana del Tritone con papa Innocenzo X, il Colonnato di San Pietro con papa Alessandro VII nel 1656 e le statue di Ponte Sant’Angelo con papa Clemente IX nel 1667.
Ed è nel 1672 che gli viene commissionata la tomba di papa Alessandro VII che verrà terminata due anni prima della sua morte, avvenuta il 28 novembre del 1680, mentre il soglio pontificio era occupato da Innocenzo XI, l’ottavo e ultimo pontefice che vide l’artista all’opera.
I Capolavori del Barocco le opere di Gian Lorenzo Bernini
Dal vissuto dell’artista è evidente che le sue opere abbiano contribuito enormemente all’offerta artistica dalla Capitale e sarebbe tra l’altro impossibile elencarle tutte in questo articolo; ci limiteremo quindi a parlare di quelle che più di tutte sono riuscite ad entrare nell’immaginario collettivo, diventando simboli universali di bellezza ed espressività.
Apollo e Dafne
Una delle più famose opere dell’artista e anche un grande esempio della sua capacità di dare plasticità al marmo, questa scultura riesce a immortalare l’istante in cui il dio Apollo afferra la ninfa Dafne un attimo prima che si trasformi in alloro. L’opera è conservata nella Galleria Borghese a Roma, nel meraviglioso contesto della Villa Borghese che ospita tra le altre cose anche il Tempio di Esculapio e il Bioparco di Roma.
Ratto di Proserpina
Nello stesso contesto museale di Apollo e Dafne troviamo il Ratto di Proserpina, capolavoro scultoreo che racconta il rapimento di Proserpina (figlia di Giove) ad opera del dio Plutone; i dettagli della statua sono così precisi che è possibile notare un neo sulla schiena di Plutone, oppure una lacrima che solca la guancia della protagonista.
Fontana dei quattro fiumi
Chiunque sia passato dalla capitale italiana ha dato almeno un’occhiata a piazza Navona, luogo che conserva una delle fontane più famose di Gian Lorenzo Bernini, ovvero la Fontana dei Quattro Fiumi che rappresenta i quattro grandi fiumi del mondo: il Nilo (Africa), il Danubio (Europa), il Gange (Asia) e il Rio Della Plata (America).
Santa Bibbiana
Questa statua, esposta nella chiesa omonima, presenta uno sfondo scuro che permette di apprezzare i numerosi dettagli che l’autore è riuscito a tirare fuori dal marmo bianco. Le pieghe del vestito permettono infatti di percepire l’inquietudine e la sofferenza della santa martire, mentre la sua gestualità rimanda alla salvezza divina.
Il colonnato di Piazza San Pietro
Chiunque conosce e ha visto (almeno da uno schermo) il magnifico colonnato di Piazza San Pietro in Vaticano, una struttura bilanciata che fa ampio uso della prospettiva per sfiorare la perfezione architettonica. Infatti, all’interno del colonnato sono presenti due punti (segnalati da dischi di marmo) in cui le bianche colonne delle prime file nascondono completamente quelle poste nelle file posteriori.
E voi conoscevate già qualcuna di queste opere? Contattaci per rimanere sempre aggiornato su notizie e informazioni relative al mondo dell’arte.