Site icon Vittorio Casale

IL MUSEO INFINITO | Museo Gregoriano Egizio

Museo Gregoriano Egizio

Il Museo Gregoriano Egizio fa parte dei Musei Vaticani. È stato fondato da Papa Gregorio XVI nel 1839. All’interno è possibile trovare diverse collezioni di opere d’arte e molti reperti che sono stati portati a Roma direttamente dall’Egitto nell’antichità. Il Museo Egizio costituisce una delle sezioni più amate dei Musei Vaticani. L’anno in cui è stato fondato è stato molto dinamico per quanto riguarda i lavori che sono stati svolti all’interno delle sale destinate ad accogliere queste opere d’arte. Inizialmente si sviluppava lungo dieci sale, che oggi sono diventate nove. Le sale utilizzate sono state ricavate dagli ambienti in cui si ritirava Pio IV. Ma scopriamone di più su questo interessante museo.

Che cosa vedere all’interno del Museo Gregoriano Egizio

All’interno del Museo Gregoriano Egizio possiamo trovare, come abbiamo già detto, diverse collezioni di arte egizia. Queste sale sono un vero concentrato di sarcofagi, mummie e suppellettili che si rifanno all’antico Egitto.

Museo Gregoriano Egizio

Per esempio particolarmente famosi sono i papiri del cosiddetto Libro dei Morti. Si tratta di papiri molto interessanti, perché sono composti da circa 30 pagine che nel corso del tempo erano utilizzate per scrivere delle formule di carattere magico e religioso, che secondo le credenze degli antichi Egizi sarebbero stati molto utili per accompagnare il defunto nella sua vita dopo la morte.

Nella prima sala del museo possiamo trovare vari monumenti ed oggetti risalenti all’antico Egitto, che presentano delle iscrizioni in carattere geroglifico.

Nella seconda sala si trovano reperti che fanno parte del culto funerario tipico della cultura egizia. Per esempio è possibile trovare alcuni costumi funebri. Particolarmente da vedere anche la terza sala, all’interno della quale troviamo la ricostruzione del Serapeo. Passiamo così nella quarta sala, in cui è possibile vedere repliche di bassorilievi e sculture sempre di ispirazione egizia.

La quinta sala è una delle più conosciute e viene chiamata emiciclo. In particolare sono esposti capolavori della scultura faraonica. Nella sesta sala è esposta una collezione di bronzi egizi, nella settima c’è uno spazio dedicato a due città che sono passate alla storia. Si tratta di Alessandria d’Egitto e di Palmira, che si trova in Siria.

L’ottava sala è dedicata alla cultura della Mesopotamia e nella nona si conservano rilievi ed iscrizioni ritrovate in Assiria.

L’attività scientifica all’interno del Museo Gregoriano Egizio

Molto particolare è anche l’attività scientifica che si conduce all’interno di questo museo. Infatti diversi esperti sono chiamati a fare delle analisi molto particolareggiate che danno la possibilità di approfondire la storia dell’antico Egitto.

Sono diversi i progetti scientifici che si portano avanti, nell’ambito delle intenzioni di restauro che nascono attraverso l’unione tra la parte storica e dell’arte affidata all’archeologo e la parte invece più specificamente fisica, biologica e chimica.

Per esempio fra questi progetti nel 2008 è iniziato lo studio dei sarcofagi lignei policromi che appartengono al periodo compreso fra il 1070 e il 712 a.C., il cosiddetto terzo periodo intermedio.

L’obiettivo è quello di studiarne da una parte le tecniche esecutive e dall’altra di approfondire tutto ciò che riguarda i testi e il comparto iconografico.

In questo particolare approfondimento è stato coinvolto un gruppo di lavoro che è stato articolato in tre comparti, uno dedicato all’egittologia, un secondo dedicato alla conservazione e un terzo che si occupa della diagnostica.

Fra le scoperte più interessanti a cui ha portato questo progetto il fatto che si è trovata una tradizione pittorica che dall’epoca faraonica può essere ricondotta fino a quella medievale, al tempo di Giotto.

museo infinito – museo gregoriano egizio

Fra gli altri progetti, possiamo ricordare il progetto Sekhmet, nato nel 2016 e che ha fatto seguito al restauro delle statue della leonessa Sekhmet, che sono conservate anch’esse all’interno del Museo Gregoriano Egizio. Queste statue furono acquistate nel 1819, per intenzione del Cardinale Camerlengo. Le statue erano destinate a far parte di un grande tempio funerario a Luxor. Anche in questo caso si vuole indagare la tecnica costruttiva e si vuole comprendere meglio quale sia l’organizzazione di tutta la realizzazione di queste opere.

La conclusione della visita del Museo Egizio

Tutti i visitatori che visitano il Museo Gregoriano Egizio concludono il loro percorso entrando in una saletta in cui in tre vetrine sono esposte delle statuette di divinità. Anche queste sono particolarmente importanti, perché ci danno qualche informazione in più sui culti tipici della popolazione antica egizia.

Infatti si può vedere subito come la maggior parte di queste statuine presenti delle sembianze umane ed animali.

È tipico della religione egizia questa commistione tra umano e animale, soprattutto nella riproduzione delle divinità. Infatti per esempio lo possiamo vedere anche da un elemento presente nella stessa sala, in cui è possibile osservare la riproduzione del dio Thot, impersonato dall’ibis, che era l’uccello simbolo del dio protettore degli scribi.

Esplorare il Museo Gregoriano Egizio magari nei momenti in cui è meno affollato ci fa scoprire tante meraviglie di quel grande complesso rappresentato dai Musei Vaticani.

Exit mobile version